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L´invasione delle telecamere nelle città italiane sembra ormai inarrestabile, inevitabile. Il crescente fenomeno del ricorso all´occhio elettronico in nome della sicurezza non risparmia Genova. Non è un caso, infatti, che il capoluogo ligure sia nella lista di città che riceveranno le ispezioni decise dal Garante della Privacy, Francesco Pizzetti. L´Autorità controllerà i sistemi di videosorveglianza installati da comuni, scuole, ospedali, società private e istituti di vigilanza: «Le ispezioni che stiamo portando avanti - spiega a Repubblica il garante - sono state programmate da noi e vanno a verificare 40 sistemi di videosorveglianza di nostro interesse. Ci stiamo avvalendo della collaborazione della Guardia di Finanza, che a sua volta sta effettuando 37 ulteriori ispezioni».

Gli uomini delle fiamme gialle, controlleranno per conto del Garante se questi sistemi rispettano le regole fissate dalla stessa Autorità con il Provvedimento generale del 2004: frequenza e durata delle registrazioni, sapere chi ha accesso ai nastri e soprattutto verificare la presenza della segnaletica che avvisa i cittadini di essere ripresi dal Grande fratello: «Vedremo - precisa Pizzetti - quante e quali infrazioni sono state commesse e di conseguenza se e come intervenire. Prendiamo il caso delle telecamere che trasmettono su Internet. A parte il fatto scontato che devono essere segnalate, queste devono rimanere fisse e l´obiettivo non può zoomare sui volti delle persone fino e renderle identificabili. Il cartello, poi, deve specificare che le immagini sono diffuse sulla rete». Lo stesso provvedimento del 2004 indica chiaramente nella premessa come "non si possono privare gli interessati del diritto di circolare senza subire ingerenze incompatibili con una libera società democratica". Vine da sé l´importanza del cartello «che serve per informare. In caso contrario scatta la sanzione».


Dalle pagine di questo giornale, domenica scorsa, il sociologo Alessandro Dal Lago denunciava il proprio disagio a vivere in una società iper-spiata: «Sicuramente l´Italia, con l´Inghilterra, è diventata uno dei paesi più autoritari d´Europa», sosteneva Dal Lago. E sentenziava: «Così si inizia a perdere la libertà». Il Garante Pizzetti pensa che sia fondamentale aprire un dibattito su questo tema all´interno della società: «È assolutamente un bene che gli scienziati, i sociologi, i politici, la stampa e tutta l´opinione pubblica si interessino alla questione».

L´Autorità è chiamata a stabilire quale sia il giusto equilibrio tra la richiesta di sicurezza da parte dei cittadini e la difesa della vita privata degli stessi: «La tecnologia negli ultimi tempi si offre a enti pubblici e privati come soluzione alle ansie della gente grazie al suo effetto deterrente. Occorre trovare la giusta misura: se le telecamere sono richieste dalle forze dell´ordine o dai sindaci, allora rientriamo nel campo della sicurezza in senso proprio. Molte altre volte, invece, c´è un eccesso ingiustificato di occhi elettronici. Dobbiamo evitare fenomeni di paranoia collettiva».

 

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Il mondo della letteratura americano è rimasto sconvolto dalla morte per suicidio dello scrittore David Foster Wallace, 46 anni, trovato impiccato dalla moglie nella loro casa di Claremont, in California.



Lo scrittore aveva raggiunto fama internazionale nel 1996 con il romanzo "Infinite Jest", un complesso ritratto della società in un futuro vicino, denso di notazioni ironiche e sarcastiche che avevano fatto scattare paragoni con
Thomas Pynchon e James Joyce.



In un'intervista, Wallace aveva allora dichiarato di aver scritto "Infinite Jest" con l'intenzione di comunicare il senso di un crollo imminente, in quest'opera descrisse la fusione fra USA, Messico, e Canada come prossima.



Cosa abbia spinto questo autore di successo all'estremo gesto è e rimarrà avvolto da una fitta coltre di mistero, il caso sarà archiviato come tale, ma va ad assommarsi ad una cifra considerevole di morti misteriose avvenute negli USA, tra le quali ricordiamo quella di Marylin Monroe.

 

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Dalla stragrande maggioranza della popolazione mondiale, gli Stati Uniti d'America sono visti come la guida del mondo, o per lo meno del mondo occidentale, un paese dal quale prendere spunto, il ritratto della civiltà, il paradiso del Liberismo.


A veder bene, però, ci accorgiamo che l'America( USA), tanto libera non è, anzi a dirla tutta è il Paese meno libero che ci sia nell'intero Occidente, pensate al ragazzo taserato( colpito con una particolare pistola elettrica in dotazione alla polizia USA)al comizio di Kerry, solo per aver chiesto al senatore democratico spiegazioni sulla sua affiliazione alla Confraternita Skull & Bones, alle menzogne sull'11 Settembre, alle centinaia di morti sospette, alla sua politica fortemente militarista ed imperialista che sta minando seriamente gli equilibri del Mondo.


E questi sarebbero i campioni della Democrazia e della Libertà?

Gli USA sembrano la Germania di Hitler, solo che dalla loro hanno gran parte dell'opinione pubblica, circuita mediante quella fabbrica di illusioni che è Holliwood, i soldi e l'appoggio dei ricchi Sionisti, e la connivenza dell'ONU.


Altro che patria della libertà, l'America sembra essere la Terra del Demonio.

 

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Un mese prima del delitto di Cogne, Gabriella Carlizzi – l’investigatrice che più di ogni altra si occupa di omicidi rituali - aveva avvertito alcuni inquirenti che un'organizzazione di stampo satanista avrebbe colpito e ucciso un bambino di tre anni dal nome biblico, in una località che richiama il Paradiso. Questo perchè l'investigatrice, da anni ha decriptato i codici con cui gli affiliati a sette di questo genere si scambiano i messaggi addirittura sui giornali e sulle TV. Quindi aveva previsto con esattezza il fatto.

Poi abbiamo un’altra coincidenza curiosa, rilevata da un criminologo, Carmelo Lavorino. Costui è uno dei criminologi più famosi in Italia, e si è occupato di molti casi importanti, dal mostro di Firenze al giallo di Arce. Egli, analizzando la scena del delitto, è giunto alla conclusione che non poteva essere stata la madre a uccidere il piccolo Samuele, ma il delitto è stato compiuto da qualcuno di esterno.

Inoltre la vicenda dei coniugi di Cogne (dal loro trasferimento in una località di montagna, all’uccisione del bambino) è stranamente identica a quella narrata nel racconto di un autore francese, Charles Ramuz, morto nel 1947: due coniugi si trasferiscono in una località di montagna con i due figli di sette e tre anni; il piccolo, che si chiama Celeste, muore in modo analogo a Samuele, nel momento in cui la mamma si allontana per un po’ da casa..
Curiosa coincidenza, vero?

Coincidenze che avrebbero meritato ben altri approfondimenti e – a tacer d’altro – avrebbero dovuto perlomeno portare ad un’assoluzione della Franzoni per non essere raggiunta la piena prova della sua colpevolezza.
Ma coincidenze sulle quali nessuno ha voluto lavorare, né lavorerà.

 

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Sono i popoli che abbattono le Bastiglie, così si esprimeva circa un secolo fa il mio conterraneo anarchico Carlo Cafiero, evidentemente non era ben informato da sapere che il popolo non si è mai ,e dico mai , ribellato ai potenti da solo.


Prova ne è la rivoluzione francese condotta sotto l'egida della massoneria, quella americana condotta dalla stessa associazione, quella russa, paradosso dei paradossi, sovvenzionata dai grandi capitalisti, quelle contemporanee di Ucraina e Georgia merito degli americani e degli inglesi.


A proposito di Georgia avete mai visto la bandiera della Georgia?

E' identica a quella inglese, stesso sfondo bianco e stessa croce di San Giorgio al centro, correlata da altre quattro croci di San Giorgio più piccole.


Adesso vi ritorna in mente qualcosa: su coraggio, fate due più due, è semplice, la Georgia è un altro tassello del grande puzzle geopolitico anglo-americano e sionista, uno stato "cuscinetto", o per meglio dire uno stato "canaglia", appostamente appoggiato dall'oligarchia anglo-sionista( ricordo che la Georgia è piena zeppa di ebrei...anche Stalin era un ebreo-georgiano) al fine di creare tensioni globali e atti di guerriglia proprio come quello in atto per destabilizzare l'opinione pubblica e per fare affari.


pecunia non olet e loro lo sanno bene.

 

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Chi non ha mai fantasticato di vivere in un altra epoca?

Magari nel '700, nell'800, nel medioevo, ai tempi dell'Impero romano, o semplicemente qualche decennio fa?
Credo che un pò tutti l'abbiano fatto, forse perchè scontenti di quest'era digitale, disumanizzata, cibernetica, forse per ritrovare i vecchi valori, l'amore romantico, gli slanci idealistici, ormai assopiti in questi anni di relativismo e di torpore delle coscienze.

Pensate ai vari Voltaire, Rousseau, agli Illuministi, o ai grandi filosofi Ottocenteschi, da Marx a Nietzsche, ai grandi ideali del settecento europeo e alle lotte maturate nell'ottocento, periodi quelli di fervore delle coscienze, dove si era capaci di tutto, dove la vita intesa come tale, aveva un senso, che purtroppo cellulari, computers e i phone non possono darci.

Sarò un pò retrogrado, ma all'abbondanza di sciocchezze di questi anni, preferisco l'abbondanza di ideali degli anni che furono.

...Preferisco una Madame Pompadour a Paris Hilton.

 



Come ogni estate che si rispetti, fra bibite fresche, bagni al mare e tintarelle, anche l'estate 2008 ha avuto il suo tormentone musicale:"Non ti scordare mai di me" di Giusy Ferreri, finalista e seconda classificata del Reality "X Factor" condotto dalla Ventura.

Che dire su questa canzonetta insipida e cacofonica e sulla sua interprete:

Una rottura di maroni pazzesca, era ovunque, spiagge, locali, feste di paese...sto pensando di chiedere i danni morali alla cantante e ai djs di mezza Italia, per le nevrosi che mi hanno causato...Peggio di Asereje delle Las ketchup.

Pensate che la prima volta che ho visto il video su MTV, credevo che la cantante fosse una spastica, o che avesse dei problemi, insomma qualche handicap, purtroppo mi sbagliavo,fosse stato così avrei potuto comprenderla...

Lo stile della Ferreri, sembra studiato a tavolino, tende ad assomigliare a quello di Amy Winhouse, ma sembra solo una scimmiottesca imitazione, non dissimile da quelle del compianto re degli imitatori Gigi sabani;

Strani movimenti della bocca, e voce esofago-gutturale, che la fanno assomigliare ad una cornacchia gracchiante, condiscono il tutto.


Eppure 1 posto nella Hit Parade, questo la dice ben lunga sulle capacità uditive degli italiani...meglio emigrare!!!

 

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Spazio/ L'asteroide Stein ripreso da Rosetta sembra un diamante
Importante contributo italiano a successo missione
postato 14 ore fa da APCOM
ARTICOLI A TEMA


Roma, 6 set. (Apcom) - Le immagini inviate dalla sonda Rosetta, che ieri ha avuto uno storico incontro ravvicinato con l'asteroide (2867) Steins, mostrano un oggetto di circa 5 km di diametro, la cui forma ricorda vagamente quella di un diamante I primi dati e le prime immagini rimandate a Terra dalla sonda dopo il fly-by sono state presentate oggi al pubblico e ai media durante una conferenza stampa a ESOC (European Space Operations Centre) di Darmstadt, in Germania. Si tratta di dati ottenuti in buona parte utilizzando strumenti scientifici forniti alla missione dall'Italia.

"Steins sembra un oggetto molto interessante" spiega Sylvie Espinasse dell'ASI. "In particolare vediamo un cratere di quasi 2 km su un asteroide di appena 5 km di diametro, testimonianza di un impatto molto violento. Poi una serie di altri crateri più piccoli perfettamente allineati che farebbero pensare all'impatto con una cometa frammentata. Dovremo studiare attentamente questi dati nelle prossime settimane, e una volta elaborate le immagini di VIRTIS avremo anche più informazioni sulla composizione. Il dato affascinante è che ogni volta che studiamo un asteroide ci rendiamo conto che sono tutti oggetti unici, completamente diversi l'uno dall'altro".

Grande soddisfazione ha espresso Enrico Flamini, responsabile Osservazione dell'Universo dell'Agenzia Spaziale Italiana, soprattutto perché ancora una volta gli strumenti di costruzione italiana hanno funzionato bene Enrico "In particolare - ha detto - VIRTIS, che sta inviando immagini e sopratutto spettri bellissimi, la Wide Angle Camera (che è la parte italiana dello strumento OSIRIS), che ci ha rimandato a Terra queste immagini spettacolari, e Giada che ha controllato l'assenza di grani di polveri in prossimità dell'asteroide".

Ora si aspettano altre immagini e altri dati su Steins che arriveranno nei prossimi giorni, lo studio degli asteroidi, secondo la nota diffusa dall' ASI è molto importante dal punto di vista scientifico, perché contengono le risposte a molte domande sull'origine del Sistema solare, e perché serve a valutare meglio i rischi legati a un loro impatto con la Terra.

Il passaggio su Steins è il primo grande impegno scientifico della sonda ROSETTA lungo il suo tragitto, la cui destinazione finale è la cometa Churyumov-Gerasimenko, che verrà raggiunta nel 2014 e su cui la sonda invierà il lander Philae per prelevare e analizzare campioni.

 

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Per il giorno 17 Settembre 2008 dalle 21:50 alle 22:00 si propone di spegnere tutte le luci e, se possibile, tutti gli aparecchi elettronici, per far si che il nostro pianeta possa 'respirare'.

Se la risposta e massiccia, l'energia che si risparmia può essere molta.

Se restiamo 10 minuti nell'oscurità,e accendiamo magari semplicemente una candela e la guardiamo, noi staremo respirando e anche il nostro pianeta.

Ricordamoci che l'unione fa la forza e internet può avere un ruolo determinante in questo.

 

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Sono l'unto del Signore,con questa frase messianica, la meraviglia di Arcore,il Cavaliere senza macchia( ho i miei dubbi) ne paura, si presentava agli albori della sua mirabolante quanto travagliata( ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale) epopea politica alle folle oceaniche che si radunavano negli allora "Circoli del Buon Governo" del compare Dell'Utri.

Ora mi domando e dico, come ha fatto questo nanerottolo, coi capelli di nylon a fare fessa un'intera nazione? Mi sorge un dubbio vuoi vedere che è veramente l'Unto di Dio?

A tal proposito c'è chi afferma che il successo del suddetto sia dovuto a lavaggi del cervello ai danni degli italiani,vi ricordate il film di Sordi "Sono un fenomeno paranormale", uguale, spiccicato;

altri invece azzardano che ciò sia dovuto al suo fascino, allo charme che lo contraddistingue, come quella volta in cui definì gli elettori del centro-sinistra un'accozzaglia di coglioni,un francesismo, non c'è che dire.

Altri adombrano collusioni con mafia e logge deviate ( p2 e proseliti...) ipotesi da scartare a priori...

Fatto sta che quest'uomo di circa un metro e mezzo è riuscito a farsi rieleggere da circa il 55% degli degli italiani.

In conclusione, o Berlusconi è il Rasputin del XXI secolo, oppure l'Italia è vittima di un'allucinazione di massa.

 

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Emuli delle avanguardie dadaiste del primo 900, i britannici Cabaret Voltaire hanno realizzato un'alchimia di elettronica, funk, psichedelia e sonorità esotiche destinata a influenzare le successive generazioni industrial, synth-pop e techno.
Il Cabaret Voltaire, fondato a Zurigo nel 1916 dal regista teatrale Hugo Ball con un gruppo di artisti tedeschi, è stato la culla del dadaismo, movimento di rottura e rinnovamento delle logiche artistiche tradizionali. Al Cabaret si tenevano mostre d'arte russa e francese, danze, letture poetiche, esecuzioni di musiche africane. Spettacoli provocatori e dissacranti che si trasformavano in autentici "eventi" culturali.

Quasi sessant'anni dopo, a Sheffield (Inghilterra), tre studenti universitari appassionati di punk, funk ed elettronica, sognano di ripercorrere sul pentagramma gli esperimenti dei pionieri dadaisti di Zurigo. Sono Stephen Mallinder (basso/voce), Richard H. Kirk (chitarra) e Christ Watson (manipolazione nastri). Nel 1973 i tre fondano i Cabaret Voltaire, formazione destinata a lasciare un'impronta profonda su tutta l'evoluzione dell'industrial music di lì a venire.

L'obiettivo dei tre è descrivere in musica il paesaggio urbano di Sheffield trent'anni dopo la guerra, ancora trasfigurato dalle bombe e dalle incurie urbanistiche. Si può dire che i Cabaret Voltaire stanno a Sheffield come i Joy Division stanno a Manchester."Il nostro progetto - racconta Richard H. Kirk - nasceva dalla noia, dalla mancanza di un futuro e dal bisogno di creare problemi". Nelle prime performance, il trio si presenta con synth, generatori di ritmo, fiati, suoni registrati e manipolati attraverso dei tape-recorder. Al crocevia tra futurismo d'avanguardia e pop, queste esibizioni valgono ai Cabaret Voltaire uno spazio significativo all'interno della nascente scena industrial di Throbbing Gristle e Clock Dva. I primi demo del trio fondono elettronica, funk, punk, psichedelia e world-music, accentuando gli aspetti "stranianti" di ognuno di essi. Gli esperimenti con i sintetizzatori (lanciati da Kraftwerk, Schulze e Neu!) si combinano con la psichedelia dilatata dei primi Pink Floyd e con sonorità esotiche, di matrice soprattutto asiatica. Ne sono un saggio il singolo "Nag Nag Nag", la cover "distorta" di "Here She Comes Now" dei Velvet Underground e l'Ep Extended Play.

Sulla scia del successo della new wave "rumorista", guidata dai Throbbing Gristle, la band di Sheffield ottiene un contratto discografico con la Rough Trade, che darà alle stampe la trilogia composta da Mix-Up (1979), Voice Of America (1980) e Red Mecca (1981).

L'approdo al formato del 33 giri con Mix-Up (1978) segna un debutto tra i più folgoranti della stagione "new wave". L'album è una miscela, per l'appunto, di musica funk ed elettronica, disturbata da sprazzi rumoristi, clangori metallici, pulsazioni claustrofobiche. Il tutto filtrato da una sensibilità sperimentale, oscura e visionaria. Un sound che trascina l'ascoltatore in una spirale caotica, che attrae e distoglie continuamente dal centro, in una sorta di gioco ossessivo. Le atmosfere sono tetre e raggelanti, grazie a brani di elettronica minimale come "Heaven And Hell" ed "Expect Nothing", mentre l'incalzante "Kirlian Photograph", vero gioiello del disco, ha un incedere oscuro: un semplice giro di basso sul quale poggiano rumori e suoni sintetizzati. Anche la voce viene trattata e filtrata elettronicamente. Il risultato è un originale ibrido tra musica industriale, dark-punk e dance atmosferica: un viaggio nei recessi più oscuri della mente, tra brividi thriller e stati di pura trance. Il disco entra nelle classifiche indipendenti inglesi e conquista la critica internazionale.Il successivo Ep Three Mantras (1980) è la prima incursione della band in strutture musicali non occidentali: vocalizzi arabi e sonorità indiane entrano nel loro sound, unendo idealmente, nel segno del "mantra", Asia ed Europa ("Western Mantra", "Eastern Mantra"). Nello stesso anno, l'altro Ep Voice Of America è invece un collage rumorista piuttosto velleitario, con piece confuse come "Damage Is Done", "Voice Of America" e "This Is Entertainment". Più incisivo, semmai, l'Ep 3 Crepuscule Tracks (1981), opera di transizione tra gli esordi "art-noise" e il successivo corso più "ballabile": svetta "Sluggin' fer Jesus (Part One)", che si accanisce contro i telepredicatori reazionari al ritmo di dance e con un sintetizzatore ipnotico sullo sfondo.

Ma è con l'album Red Mecca (1981) che i Cabaret Voltaire recuperano il senso più autentico della loro "missione". I tre guerriglieri industrial di Sheffield sfoderano un'opera violenta e abrasiva, che riecheggia le deturpazioni sonore dei Chrome, accrescendo, al contempo, il battito dance. La loro musica vira verso forme di elettronica meno allucinate e avanguardiste, approdando a un suono più curato e ritmico, che si esprime in una forma-canzone, seppur "alienata". Su un fondale ritmico monotono e incessante si sussegue così un flusso continuo di eventi sonori, tra sferragliate di chitarra, melodie sintetiche e clangori metallici. Ne scaturisce una sorta di electro-industrial per discoteche dark, sublimato in brani come "Red Mask", "Sly Doubt" e "A Touch Of Evil" (cover del tema di Henry Mancini per l'omonimo film di Orson Welles).
"Non abbiamo mai avuto un vero successo commerciale - racconta Richard H. Kirk - Alcune delle nostre intuizioni hanno però avuto una certa diffusione, e hanno influenzato parecchie persone, anche nel campo delle arti visive". Non si può dargli torto. Pionieri del rock industriale, precursori della techno, avanguardisti visionari del pop, i Cabaret Voltaire sono una delle formazioni più influenti della new wave britannica. Le loro intuizioni rumoriste hanno dato il là a tutta la scena industrial (dai Ministry ai Nine Inch Nails), mentre i loro poliritmi dance sono stati il trampolino di lancio per ottime band di synth-pop come Depeche Mode e New Order.L'ascolto di "Mix Up" è il minimo per capire questo splendido gruppo,oltre capire di riflesso il movimento industrial.Successivamente poi consiglio di assaporare "Red Mecca" e "Crackdown"(qui collaborano con Dave Ball) quest'ultimo di approccio maggiormente Dance(in che gruppo era il collaboratore..:) ? )...gourmet..

DISCOGRAFIA:

Extended Play (Ep, Rough Trade 1978)

Mix-Up (Rough Trade, 1979)


Live at the YMCA 27-10-79 (live, Rough Trade, 1980)

Three Mantras (Ep, Rough Trade 1980)


The Voice of America (Rough Trade 1980)


3 Crépuscule Tracks (1981)


Live at the Lyceum (Rough Trade 1981)

Red Mecca (Rough Trade 1981)


2 X 45 (Ep, Rough Trade 1982)

Hail! Live in Japan (Rough Trade 1982)

The Crackdown (Some Bizzarre/Virgin 1983)


Johnny YesNo (Doublevision 1983)

Micro-Phonies (Some Bizzarre/Virgin 1984)


Drinking Gasoline (Some Bizzarre/Virgin 1985)

The Covenant, The Sword and the Arm of the Lord (Some Bizzarre/Virgin 1985)


The Drain Train (Ep, Doublevision, 1986)


Golden Moments (Rough Trade 1987)


Code (Manhattan 1987)


Eight Crépuscule Tracks (Giant 1988)

Listen Up with Cabaret Voltaire (antologia, Restless 1990)

Living Legends (antologia, Mute 1990)

Groovy, Laidback and Nasty (Parlophone 1990)


Plasticity (Instinct 1993)


International Language (Instinct 1993)

The Conversation (Instinct, 1994)

The Original Sound Of Sheffield '78/'82 (Superfecta, 2002)

Radiation (Pilot 1998)

Live at the Hacienda 83/86 (cherry red 2003)

Methodology 74/78 (Mute 2003)

 

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Prima, il picchetto su YouTube, in cui annunciavano di essersi messe all’asta. Poi, la decisione di convocare una strip conference in cui «ci spoglieremo, ci denuderemo e ci venderemo per un posto di lavoro, non solo per noi 11 ma per tutti i precari che come noi ogni giorno vengono denudati della loro dignità e dei loro diritti, firmando lettere di licenziamento in bianco, contratti a ore sempre più precari e sempre più flessibili». Sono le ormai celebri centraliniste dell’ospedale di Legnano, «le prime vittime della legge Brunetta», come si definiscono. Che venerdì hanno presentato ai giornalisti il loro problema. E non solo.

Sulle note del «Nessun dorma» di Giacomo Puccini sul palco del Teatro Cooperativa di Milano alle 11 e mezza di venerdì è andata in scena la prima conferenza stampa sotto forma di striptease: nascoste dietro un telo che lascia intravedere solo ombre, nove delle undici precarie che finiranno senza lavoro, si sono messe a nudo, perché «sono nude di diritti». La loro storia è fatta di sei anni di contratti a termine, da tre mesi a un anno, attraverso tre diverse agenzie interinali che si sono succedute nel tempo. «Il contratto scadeva il 31 agosto – spiegano – e ci hanno avvisate che saremmo rimaste a casa, quando fino a poco prima l'ospedale ci aveva promesso almeno altri sei mesi di contratto». Il punto è che nel decreto approvato a luglio dal governo è sparita la clausola che obbligava l’azienda all’assunzione dopo 36 mesi di precariato. Tre anni di incertezza e poi si è costretti a ricominciare da capo.

«In questi giorni – raccontano le centraliniste licenziate – abbiamo ricevuto centinaia di e-mail di solidarietà da tutta Italia». Alla fine, dopo lo strip “velato”, le precarie vestite da coloratissime vestaglie, escono sul palco con un cartello con scritto: «A.A.A. vendesi precarie» e annunciano, insieme alla Rdb-Cub, uno sciopero di tutti i precari per il 19 settembre prossimo a Roma.

 

I siti per il deposito delle scorie nucleari, nuovi impianti civili per produzione di energia, centrali nucleari, rigassificatori, inceneritori/termovalorizzatori potranno essere coperti da segreto di Stato. Lo prevede il decreto entrato in vigore il primo maggio, quindi del governo Prodi.
Il decreto è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 16 aprile 2008, numero 90. Prevede che: "Nei luoghi coperti dal segreto di Stato le funzioni di controllo ordinariamente svolte dalle aziende sanitarie locali e dal Corpo nazionale dei vigili del fuoco, sono svolte da autonomi uffici di controllo collocati a livello centrale dalle amministrazioni interessate che li costituiscono con proprio provvedimento".
"Le amministrazioni non sono tenute agli obblighi di comunicazione verso le aziende sanitarie locali e il Corpo nazionale dei vigili del fuoco a cui hanno, comunque, facoltà di rivolgersi per ausilio o consultazione".
"Sono suscettibili di essere oggetto di segreto di Stato le informazioni, le notizie, i documenti, gli atti, le attività, i luoghi e le cose attinenti alle materie di riferimento".
L'articolo 261 del Codice penale prevede per chi rivela un segreto di Stato una pena non inferiore ai cinque anni di reclusione.
Se un sindaco dovesse divulgare ai suoi cittadini l'esistenza di una discarica di scorie nucleari nel suo comune finirebbe in galera. Se un sindaco non informasse i cittadini tradirebbe il suo mandato nei loro confronti.
I nostri dipendenti ci trattano come dei sudditi. Se la nostra volontà non coincide con la loro cambiano le leggi, impongono il segreto di Stato sui rifiuti tossici, sulle centrali nucleari. Gli altri Paesi hanno il segreto sulla sicurezza nazionale, sulle basi militari. Noi abbiamo il segreto di Stato sulla spazzatura, su chi ci avvelena, sulle sue motivazioni, sui suoi interessi.
Le centrali nucleari non sono una soluzione per l'energia. I maggiori esperti mondiali sono d'accordo e attraverso il blog raccoglierò le loro testimonianze. Gli inceneritori non sono una soluzione per lo smaltimento dei rifiuti. I maggiori esperti mondiali sono d'accordo e attrraverso il blog raccoglierò le loro testimonianze.
Il cittadino ha il diritto di essere informato sulle scelte dei suoi dipendenti. Prodi ha firmato il decreto, Veltrusconi lo userà, ma i cittadini non rimarranno a guardare.
Libera informazione in libero Stato

 

Nella gelida isola di Spitsbergen, desolato arcipelago delle Svalbard (mare di Barents, un migliaio di chilometri dal Polo) è in via di febbrile completamento la superbanca delle sementi, destinata a contenere i semi di tre milioni di varietà di piante di tutto il mondo.
Una «banca» scavata nel granito, chiusa da due portelloni a prova di bomba con sensori rivelatori di movimento, speciali bocche di aerazione, muraglie di cemento armato spesse un metro.
La fortificazione sorge presso il minuscolo agglomerato di Longyearbyen, dove ogni estraneo che arrivi è subito notato; del resto, l'isola è quasi deserta.
Essa servirà, fa sapere il governo norvegese titolare dell'arcipelago, a «conservare per il futuro la biodiversità agricola».
Per la pubblicità, è «l'arca dell'Apocalisse» prossima ventura.

Il fatto è che il finanziatore principale di questa arca delle sementi è la Fondazione Rockefeller , insieme a Monsanto e Syngenta (i due colossi del geneticamente modificato), la Pioneer Hi-Bred che studia OGM per la multinazionale chimica DuPont; gruppo interessante a cui s'è recentemente unito Bill Gates, l'uomo più ricco della storia universale, attraverso la sua fondazione caritativa Bill & Melinda Gates Foundation.
Questa dà al progetto 30 milioni di dollari l'anno.

Ce ne informa l'ottimo William Engdahl (1) che ragiona: quella gente non butta soldi in pure utopie umanitarie.
Che futuro si aspettano per creare una banca di sementi del genere?
Di banche di sementi ne esistono almeno un migliaio in giro per le università del mondo: che futuro avranno?
La Rockefeller Foundation , ci ricorda Engdahl, è la stessa che negli anni '70 finanziò con 100 milioni di dollari di allora la prima idea di «rivoluzione agricola genetica».
Fu un grande lavoro che cominciò con la creazione dell'Agricolture Development Council (emanazione della Rockefeller Foundation), e poi dell'International Rice Research Institute (IRRI) nelle Filippine (cui partecipò la Fondazione Ford ).

Nel 1991 questo centro di studi sul riso si coniugò con il messicano (ma sempre dei Rockefeller) International Maize and Wheat Improvement Center, poi con un centro analogo per l'agricoltura tropicale (IITA, sede in Nigeria, dollari Rockefeller).
Questi infine formarono il CGIAR, Consultative Group on International Agricolture Research.
In varie riunioni internazionali di esperti e politici tenuti nel centro conferenze della Rockefeller Foundation a Bellagio, il CGIAR fece in modo di attrarre nel suo gioco la FAO (l'ente ONU per cibo e agricoltura), la Banca Mondiale (allora capeggiata da Robert McNamara) e lo UN Development Program.
La CGIAR invitò, ospitò e istruì generazioni di scienziati agricoli, specie del Terzo Mondo, sulle meraviglie del moderno agribusiness e sulla nascente industria dei semi geneticamente modificati.
Questi portarono il verbo nei loro Paesi, costituendo una rete di influenza straordinaria per la penetrazione dell'agribusiness Monsanto.

«Con un oculato effetto-leva dei fondi inizialmente investiti», scrive Engdahl, «negli anni '70 la Rockefeller Foundation si mise nella posizione di plasmare la politica agricola mondiale. E l'ha plasmata».
Tutto nel nome della scientificità umanitaria («la fame nel mondo») e di una nuova agricoltura adatta al mercato libero globale.



Il progetto di scavo della banca

La genetica è una vecchia fissa dei Rockefeller: fino dagli anni '30, quando si chiamava «eugenetica», ed era studiata molto nei laboratori tedeschi come ricerca sulla purezza razziale.
La Rockefeller Foundation finanziò generosamente quegli scienziati, molti dei quali dopo la caduta di Hitler furono portati in USA dove continuarono a studiare e sperimentare.
La mappatura del gene, la sequenza del genoma umano, l'ingegneria genetica da cui Pannella e i suoi coristi si aspettano mirabolanti cure per i mali dell'uomo - insieme agli OGM brevettati da Monsanto, Syngenta ed altri giganti - sono i risultati di quelle ricerche ed esperimenti.
Nel 1946, del resto, Nelson Rockefeller lanciò la parola d'ordine propagandistica «Rivoluzione Verde» dal Messico, un viaggio nel quale lo accompagnava Henry Wallace, che era stato ministro dell'Agricoltura sotto Roosevelt, e si preparava a fondare la già citata Pioneer Hi-Bred Seed Company.
Norman Borlaug, l'agro-scienziato acclamato padre della Rivoluzione Verde con un Nobel per la pace, lavorava per i Rockefeller.

Lo scopo proclamato: vincere la fame del mondo, in India, in Messico.
Ma davvero Rockefeller spende soldi per l'umanità sofferente?
La chiave è nella frase che Henry Kissinger pronunciò negli anni '70, mentre nasceva la CGIAR : «Chi controlla il petrolio controlla il Paese; chi controlla il cibo, controlla la popolazione».
Il petrolio, i Rockefeller lo controllavano già con la Standard Oil , guida del cartello petrolifero mondiale.
Oggi sappiamo che Rivoluzione Verde era il sinonimo pubblicitario per OGM, e il suo vero esito è stato quello di sottrarre la produzione agricola familiare ed assoggettare i contadini, specie del Terzo Mondo, agli interessi di tre o quattro colossi dell'agribusiness euro-americano.

In pratica, ciò avvenne attraverso la raccomandazione e diffusione di nuovi «ibridi-miracolo» che davano raccolti «favolosi», preparati nei laboratori dei giganti multinazionali.
I semi ibridi hanno un carattere commercialmente interessante per il business: non si riproducono o si riproducono poco, obbligando i contadini a comprare ogni anno nuove sementi, anziché usare (come fatto da millenni) parte del loro raccolto per la nuova semina.
Quei semi erano stati brevettati, e costavano parecchio.
Sono praticamente un monopolio della Dekalb (Monsanto) e della Pioneer Hi-Bred (DuPont), le stesse aziende all'avanguardia negli OGM.

La relativa autosufficienza e sostenibilità auto-alimentantesi dell'agricoltura tradizionale era finita.
Ai semi ibridi seguirono le «necessarie» tecnologie agricole americane ad alto impiego di capitale, gli indispensabili fertilizzanti chimici Monsanto e DuPont e con l'arrivo degli OGM, gli assolutamente necessari anti-parassitari e diserbanti studiati apposti per quello specifico seme OGM.
Tutto brevettato, tutto costoso.
I contadini che per secoli avevano coltivato per l'autoconsumo e il mercato locale, poco importando e poco esportando, non avevano tanto denaro.

Ecco pronta la soluzione: lanciarsi nell'agricoltura «orientata ai mercati globali», produrre derrate non da consumo ma da vendita, cash-crop, raccolti per fare cassa.
Addio autosufficienza ed autoconsumo, addio chiusura alle importazioni superflue.
I contadini potevano vendere all'estero sì: sotto controllo di sei intermediari globali, colossi e titani come la Cargill , la Bunge Y Born, la Louis Dreyfus …
La Banca Mondiale di McNamara, soccorrevole, forniva ai regimi sottosviluppati prestiti per creare canali d'irrigazione moderni e dighe; la Chase Manhattan Bank dei Rockefeller si offriva - visto che i contadini non producevano mai abbastanza da ripagare i debiti contratti per comprare pesticidi, OGM e sementi ibride brevettati - di indebitare i contadini in regime privatistico.

Ma questo ai grandi imprenditori agricoli con latifondi.
I piccoli contadini, per le sementi-miracolo e i diserbanti e i fertilizzanti scientifici, si dovettero indebitare «sul mercato», ossia con gli usurai.
I tassi d'interesse sequestrarono il raccolto-miracolo; a molti, divorarono anche la terra.
I contadini, accade in India specialmente, dovettero lavorare una terra non più loro, per pagare i debiti.
La stessa rivoluzione sta prendendo piede in Africa.
Chilometri di monoculture di cotone geneticamente modificato, sementi sterili da comprare ogni anno.

E il meglio deve ancora arrivare.
Dal 2007 la Monsanto , insieme al governo USA, ha brevettato su scala mondiale di sementi «Terminator», ossia che commettono suicidio dopo il raccolto: una scoperta che chiamano, senza scrupoli, «Genetic Use Restriction Technology», ossia volta a ridurre l'uso di sementi non brevettate.
La estensione di sementi geneticamente modificate - ossia di cloni con identico corredo genetico - è ovviamente un pericolo incombente per le bocche umane: una malattia distrugge tutti i cloni, ed è la carestia.

Occorre la biodeversità, di cui si sciacquano le labbra ecologisti e verdi radicali.
E qui si comincia ad intuire perché si sta costruendo l'Arca di Noè delle sementi alle Svalbard: quando arriva la catastrofe, le sementi naturali dovranno essere controllate dal gruppo dell'agribusiness, e da nessun altro.
Le banche di sementi, secondo la FAO , sono 1.400, già per la maggior parte negli Stati Uniti.
Le più grandi sono usate e possedute da Monsanto, Syngenta, Dow Chemical, DuPont, che ne ricavano i corredi genetici da modificare.
Perché hanno bisogno di un'altra arca di Noè agricola alle Svalbard, con tanto di porte corazzate e allarmi anti-intrusione, scavata nella roccia.
Le altre banche sono in Cina, Giappone, Corea del sud, Germania, Canada, evidentemente non tutte sotto il controllo diretto dei grandi gruppi.

La tecnologia «Terminator» può suggerire uno scenario complottista fantastico: una malattia prima sconosciuta che infetta le sementi naturali conservate nelle banche fuori-controllo USA, obbligando a ricorrere al caveau delle Svalbard, l'unico indenne.
E' un pensiero che ci affrettiamo a scacciare: chi può osar diffamare benefattori dell'umanità affamata come Rockefeller, Monsanto, Bil Gates, Syngenta?
Ma Engdahl ricorda le parole del professor Francis Boyle, lo scienziato che stilò la prima bozza delle legge americana contro il terrorismo biologico (Biological Weapons anti-Terrorism Act), approvata dal Congresso nel 1989.

Francis Boyle sostiene che «il Pentagono sta attrezzandosi per combattere e vincere la guerra biologica», e che Bush ha a questo scopo emanato due direttive nel 2002, adottate «senza conoscenza del pubblico».
Per Boyle, nel biennio 2002-2004, il governo USA ha già speso 14,5 miliardi di dollari per le ricerche sulla guerra biologica.
Il National Institute of Health (ente governativo) ha connesso 497 borse di studio per ricerche su germi infettivi con possibilità militari.

La bio-ingegneria è ovviamente lo strumento principale in queste ricerche.
Jonathan King, professore al MIT, ha accusato: «I programmi bio-terroristici crescenti rappresentano un pericolo per la nostra stessa popolazione; questi programmi sono invariabilmente definiti 'difensivi', ma nel campo dell'armamento biologico, difensivo e offensivo si identificano».
Altre possibilità sono nell'aria, e Engdahl ne ricorda alcune.

Nel 2001, una piccola ditta di ingegneria genetica californiana, la Epicyte , ha annunciato di aver approntato un mais geneticamente modificato contenente uno spermicida: i maschi che se ne nutrivano diventavano sterili.

Epicyte aveva creato questa semente miracolo con fondi del Dipartimento dell'Agricoltura USA (USDA), il ministero che condivide con Monsanto i brevetti del Terminator; ed a quel tempo, la ditta aveva in corso una joint-venture con DuPont e Syngenta.
Ancor prima, anni ' 90, l 'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, ossia l'ONU) lanciò una vasta campagna per vaccinare contro il tetano le donne delle Filippine, Messico e Nicaragua, fra i 15 e i 45 anni.
Perché solo le donne?
Forse che gli uomini, nei Paesi poveri, sono esenti da tetano, e non si feriscono mai con ferri sporchi e arrugginiti?

Se lo domandò il Comite pro Vida, l'organizzazione cattolica messicana ben conscia delle campagne anti-natalità condotte in Sudamerica dai Rockefeller.
Fece esaminare il vaccino fornito dall'OMS gratuitamente e generosamente alle donne di età fertile: e scoprì che esso conteneva gonadotropina corionica umana, un ormone naturale che, attivato dal germe attenuato del tetano contenuto nel vaccino, stimolava speciali anticorpi che rendevano incapaci le donne di portare a termine la gravidanza.
Di fatto, un abortivo.
Risultò che questo vaccino-miracolo era il risultato di 20 anni di ricerche finanziate dalla Rockefeller Foundation, dal Population Council (dei Rockefeller), dalla CGIAR (Rockefeller), dal National Institute of Health (governo USA)… e anche la Norvegia aveva contribuito con 41 milioni di dollari al vaccino antitetanico-abortivo.

Guarda caso, lo stesso Stato che oggi partecipa all'Arca di Noè e che la sorveglierà nelle sue Svalbard.
Ciò fa tornare in mente ad Engdahl (non a noi) quella vecchia fissa dei Rockefeller per l'eugenetica del Reich: la linea di ricerca preferita era ciò che si chiamava «eugenetica negativa», e perseguiva l'estinzione sistematica delle razze indesiderate e dei loro corredi genetici.
Margaret Sanger, la femminista che fondò (coi soldi dei Rockefeller) il Planned Parenthood International, la ONG più impegnata nel diffondere gli anticoncezionali nel Terzo Mondo, aveva le idee chiare in proposito, quando lanciò un programma sociale nel 1939, chiamato «The Negro Project» (2).
Come scrisse in una lettera ad un amico fidato, il succo del progetto era questo: «Vogliamo eliminare la popolazione negra».
Ah pardon, scusate: non si dice «negro», si dice «nero», «afro-americano».
E' questo che conta davvero, per i progressisti.

Maurizio Blondet

www.disinformazione.it

 

Quando si affrontano certi temi in una pubblica discussione, si possono notare alcuni meccanismi entrare in azione. Ad esempio la pubblicazione di un libro sulla lobby filo-israeliana negli Usa [1] ha suscitato enormi polemiche sia in patria che all'estero; ma non tanto sui contenuti, quanto sul fatto che si parlasse di una lobby filo-israeliana. Tuttavia, mentre vi è una sorta di censura morale verso qualsiasi accenno alla lobby filo-israeliana, è sufficiente andare sul sito ufficiale della lobby sionista degli Stati Uniti per apprendere che la politica in Medio Oriente di Washington è pesantemente influenzata dalle pressioni filosioniste [2].

Per rimanere all'Italia uno dei tabù che affliggono l'opinione pubblica è quello della presenza e dell'influenza della Massoneria nella storia d'Italia. Come per la lobby filoisraeliana, anche per quanto riguarda la Massoneria, mentre normalmente non è accettabile insinuare che essa abbia giocato un ruolo fondamentale nella formazione e nello sviluppo dell'Italia post-unitaria e repubblicana, contemporaneamente è la Massoneria stessa che dichiara con orgoglio e senza titubanza alcuna di essere stata parte attiva e promotrice della politica italiana da prima dell'Unità in poi.

Quest'anno ricorre il bicentenario della nascita di Garibaldi e la Massoneria italiana sta dedicando all'eroe dei due Mondi grandi celebrazioni e commemorazioni. Di tale portata è la figura del generale per i liberi muratori che, per comprenderla, sarà necessario ricorrere alle parole di Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia. In un suo recente scritto [3] Raffi delinea – documenti alla mano – la stretta unione tra Garibaldi e la Massoneria.

“L'adesione alla Massoneria fu per Garibaldi non certo un episodio casuale ed effimero ...


... ma un scelta meditata e vincolante, che egli maturò a metà della sua esistenza e mantenne in modo consapevole fino alla morte. [...] La Massoneria fu per Garibaldi, specie dopo il 1860 [4], un luogo di aggregazione e uno strumento organizzativo del quale cercò a più riprese di avvalersi per realizzare i propri progetti politici e culturali. [...] E la Massoneria a sua volta – vale la pena sottolinearlo – utilizzò Garibaldi, sia prima che dopo la sua morte, come testimonial e come veicolo di propaganda dei propri ideali.”

Sembrerebbe di capire che il rapporto fosse quello di una specie di do ut des tra Garibaldi e la Massoneria, un rapporto basato su reciproci, ma distinti, interessi. Tuttavia ci spiega Raffi che Garibaldi, dopo aver avuto contatti con le Logge di mezzo mondo, nel giugno 1860, dopo aver conquistato Palermo al Piemonte (o all'Italia, come dir si voglia) il nostro “venne elevato al grado di Maestro Massone” e due anni dopo “il Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico ed Accettato [...] gli affidò il titolo di Gran Maestro”, mentre “il Grande Oriente Italiano [...] conferì a Garibaldi soltanto il titolo onorifico di 'primo Libero Muratore Italiano'”. Sempre nel 1862 e sempre in Sicilia Garibaldi “presenziò all'iniziazione di suo figlio Menotti (il 1 luglio) e firmò egli stesso (il 3 luglio) la proposta di affiliazione dell'intero suo stato maggiore”.

Nel 1867, dopo aver ascoltato l'appello di Garibaldi all'unità massonica ed aver dichiarato di ritenere i massoni “eletta porzione del popolo italiano”, la Costituente Massonica di Napoli lo eleggerà Gran Maestro Onorario del Grande Oriente d'Italia.

Spiegata insomma la evidente unità di intenti tra il Gran Maestro Garibaldi e la Massoneria, Raffi pone l'accento sull'opera che la Massoneria ha messo in atto dopo la morte di Garibaldi.

“Quando Garibaldi morì la Massoneria fu tra le forze politiche e sociali italiane quella che più di altre si incaricò di conservarne la memoria e di alimentarne il mito. Specialmente negli anni di Crispi, intorno alla figura di Garibaldi si cercò di costruire una religione civile imperniata sul mito laico del Risorgimento”.

La figura di Garibaldi venna fatta divenire eroe e mito grazie al lavoro della Massoneria e Raffi, che di certo non usa le parole a caso, parla di “mito laico” e di “religione civile”.

Il 20 settembre 2007, in occasione dell'anniversario della presa di Roma e della caduta del Papa Re, il Gran Maestro Raffi si è rivolto ai fratelli massoni con quella che si definisce allocuzione, cioè un discorso ufficiale tenuto in momenti particolari della vita associativa della Massoneria [5]. Il fulcro del discorso gravita attorno alla figura di Garibaldi, e Raffi non si stanca di cantarne le lodi.

“Mito vivente. Mito vivente di un Paese che rischia la deriva. Abbiam parlato di Garibaldi mito fondante del Risorgimento; io vado oltre. E' stato sicuramente ed è il grande interprete del vento della libertà che quando soffia, soffia sul serio. [...] Un uomo chiaro, che aveva idee chiare, un massone vero, un massone vero. Che aveva anche attribuito alla Massoneria un compito – e attenti, è importante quello che sto per dire.

La massoneria doveva essere il momento di incontro tra i litigiosi democratici che anche allora esistevano. Doveva essere una forma di sintesi, un percorso metodico di apprendere l'arte della politica. Lui parlava – il termine è quello dell'epoca – di fascio dei democratici, non separati, non eternamente conflittuali, con un grande progetto. [...]

Garibaldi torna ad essere vivo e insieme a Garibaldi, mito fondante della Repubblica, mito fondante del Risorgimento, o del Risorgimento stesso come mito fondante della Repubblica, della Nazione italiana, farà sì che i separatismi vengano visti con sorriso e si guardi oltre. [...]”

Ma tutto questo parlare di Garibaldi non è fine a sé stesso, non è mera speculazione storiografica e non è un vuoto elogio della Massoneria. Il discorso di Raffi vuole arrivare a parlare di due punti precisi. Il primo è la scuola pubblica.

“Pensiamo che è opportuno, importante educarsi al valore della libertà, al valore della democrazia. Quindi andiamo a rivisitare queste scuole, queste scuole disastrate dove l'educazione civica non si insegna, dove in fondo si pensa che educare un essere umano a diventare cittadino sia un perdita di tempo... meglio l'ora di religione. Ma io dico che c'è un'altra religione! C'è la religione civile! La religione degli italiani! La religione dei cittadini! [...]

Le chiese si occupino dello spirito, i cittadini vivano la loro religione nella sfera privata, non sia un momento di rottura, sia un momento di amore, perché non ci può essere un dio che vince e un dio che perde. E in uno Stato democratico è sufficiente affermare il principio della libertà religiosa.

In tutti questi anni il problema è stato sottovalutato. Ognuno ha cercato di trovare la sua nicchia, ha cercato la cosiddetta scuola libera, per dare spazio all'indottrinamento anziché alla cultura.”

Raffi manifesta grande preoccupazione per le sorti dell'Italia. E teme la reazione degli italiani di fronte alla crisi della politica che sta attraversando il Paese. E' chiaro il riferimento alle manifestazioni dell'8 settembre scorso nelle piazze di tutta Italia.

“Perché viviamo un momento di disaffezione nei confronti delle Istituzioni. Gli italiani si divertono nelle piazze a veder linciare i nostri rappresentanti. E questo è inquietante. E' inquietante.

Quando si arriva alla suburra del pensiero, quando si aizzano le masse, si sa come si parte ma non si sa come si approda e in Italia qualche esempio l'abbiamo avuto nel passato. [...]

Io temo le derive populiste, quelle – come dicevo – che si sa dove si parte ma non si finisce mai di sapere dove si arriverà. E allora pochi grilli parlanti e tanti cervelli pensanti.”

Secondo Raffi la soluzione non arriva dalla piazza:

“I partiti sono il sale della democrazia. Ora il problema è non lasciarli soli, tornino i cittadini ad essere tali, tornino i cittadini a discutere i problemi della Repubblica, tornino i circoli a fare proposte, tornino gli uomini a occuparsi di politica, rivendicando il diritto alla preferenza, rivendicando nei confronti delle segreterie che monopolizzano i consensi, che ti rifilano chi vogliono “Noi siamo i cittadini, noi abbiamo il diritto di scegliere”. Questa è la battaglia!”

Le parole di Raffi sono pesanti, per chi le sa o le vuole leggere nella giusta prospettiva. Secondo Raffi il Risorgimento ed i suoi simboli, come Garibaldi (che forse è il simbolo più puro del Risorgimento) è un mito di fondazione. Raffi è uomo colto e certo non usa a caso questa parola. Il mito di fondazione è una tradizione antica che la nostra cultura conosce bene. Un buon esempio di mito di fondazione è la leggenda di Romolo e Remo. In breve, il mito di fondazione è un racconto che, attraverso il simbolismo, racconta la storia di una città, o di un culto, o di una famiglia nobiliare adottando il registro della religione (non dimentichiamo che il mito è religione) [6].

Raffi quindi sta affermando che il Risorgimento non è da ascriversi agli eventi della storia, ma a quelli della religione, nei quali si crede e sui quali non ci si interroga. Anzi, mettere in dubbio la loro validità equivale ad un pensiero empio, immorale e da condannare. Se volessimo usare toni meno sofisiticati – ma altrettanto corretti – diremmo che Raffi sta ammettendo che il Risorgimento è un racconto di fantasia che serve a creare consenso tra la popolazione, e che per questo al Risorgimento bisogna credere come gli antichi credevano alla leggenda di Romolo e Remo.

Un secondo nodo scoperto toccato dal Gran Maestro è quello della scuola e del rapporto con la Chiesa. Da un lato Raffi si lancia nei consueti attacchi all'invadenza della Chiesa, o delle chiese, nella sfera pubblica e soprattutto nella scuola; da un lato chiede che la fede sia un atto privato da relegare alla coscienza del singolo; dall'altro invece chiede a gran voce che alla scuola dell'obbligo si insegni la religione civile, che si insegnino i miti fondanti creati dalla Massoneria, che insomma si scaccino le altre religioni per far posto alla religione di Raffi.

Terzo punto del discorso: la partecipazione democratica. Il Gran Maestro non ha gradito le manifestazioni di piazza dell'8 settembre. Le definisce sprezzantemente “suburra del pensiero”. Non gradisce le grida e gli schiamazzi del popolino. Secondo Raffi l'unica cosa da fare è andare alle segreterie dei partiti e chiedere di poter esercitare un misterioso “diritto alla preferenza”, cioè di chiedere ai partiti, gentilemente e senza alzare la voce, di avere una non meglio definita possibilità di scelta.

Insomma, dietro alle grandi dichiarazioni di uguaglianza e libertà, il più alto esponente della Massoneria italiana ci dice che la storia d'Italia è una favola [7], un credo religioso che va insegnato nelle scuole sotto forma di educazione civica. E che la libertà della democrazia consiste nel chiedere alle segreterie di partito la possibilità di essere rappresentati da chi vogliono i cittadini.

Il discorso del Gran Maestro Raffi si è aperto con queste parole:

“Stiamo vincendo la sfida.”

Quale sfida? Pensiamoci, quando mandiamo i nostri figlia scuola e quando andiamo a votare.

 

DOMANDE E RISPOSTE

' TUTTO SUL SIGNORAGGIO '
di Sandro Pascucci

D: «Come impiega la Banca Centrale (BC) le banconote che stampa a 30 centesimi l'una?»
R: «La BC impiega le banconote che stampa a 30 cent. l'una comprando Titoli di Stato»

D: «Come fa lo Stato a riscattare i Titoli che ha ceduto alla Banca Centrale?»
R: «Lo Stato, per riscattare i Titoli ceduti alla BC, deve restituirle le banconote da lei stampate»

D: «Dove prende lo Stato la moneta necessaria al riscatto dei suoi Titoli?»
R: «Lo Stato prende la moneta necessaria al riscatto dei propri Titoli dal Popolo, con tasse, imposte..etc..»

D: «Chi detiene il debito pubblico?»
R: «Chi è in possesso di titoli/obbligazioni statali (BOT, BTP, ecc..)»

D: «Chi è in possesso dei BOT?»
R: «vecchine¹ e Banche Centrali»

D: «Quanti ne hanno?»
R: «oggi²: vecchina 20%, altri 80%»

D: «Come produce il denaro necessario all'acquisto dei BOT la vecchina?»
R: «Lavorando e/o risparmiando e/o facendo rapine e quindi rischiando la propria vita»

D: «Come produce il denaro necessario all'acquisto dei BOT la BC»
R: «Con carta e inchiostro»

D: «Al cittadino che paga le tasse importa chi ha i BOT e quanti ne ha?»
R: «No, paga le tasse per riscattarli in ogni caso»

D: «Cosa cambia per il cittadino se chiudono le Banche Centrali?»
R: «Il cittadino risparmia l'80% delle tasse attuali»

D: «Al cittadino importa in che modo la BC viene in possesso dei titoli pubblici?»
R: «No. La BC può comprare titoli direttamente o indirettamente, in decine di modalità perfettamente legali, poiché il Sistema provvederà a fare o cancellare la Legge, alla bisogna. Per il cittadino poco cambia se un omino va dalla BC al Tesoro con una valigia pieni di contanti freschi o se dalle Cayman qualcuno pigia 4 tasti di un PC o se le banconote arrivano da Manila a nuoto fino nei bancomat sotto casa.»

 

La spesa al supermercato? Si fa a rate. Nel senso che si acquista attraverso delle carte di credito consegnate direttamente da alcune grosse catene alimentari e si paga ratealmente. Il credito e' aperto fino a oltre 3000 euro, ma inevitabilmente bisogna dimostrare di essere 'solvibili', cioe' di avere i soldi per pagare anche se con comodo. Così che anche il supermarket vicino casa diverra' una banca, e magari fra qualche anno non circolera' più denaro, ma la gente fara' la spesa avendo un microchip impiantato nella mano.

Fantascienza?
Credo di no, ci stiamo avvicinando a piccoli ( ma significativi) passi verso un Nuovo Ordine Mondiale di tipo orwelliano.

 

Articolo di Zret


Il testo che abbiamo tradotto evidenzia solo un ridicolo risvolto delle mostruose capacità che i militari possiedono ed hanno acquisito già molti decenni or sono, in ordine al controllo del clima e del tempo. Sebbene quindi nell’articolo si sottovaluti notevolmente la reale ed attuale incidenza di questa tecnologia, abbiamo deciso ugualmente di pubblicare il pezzo, poiché chiama in causa la Marina degli Stati Uniti. Infatti, secondo numerosi ricercatori l’infame operazione “scie chimiche” è gestita dall’Office of naval intelligence (O.N.I.) per conto dello S.M.O.M. L’articolo in oggetto si basa appunto su un dossier ufficiale della Marina, recentemente rilasciato.

Un recente documento della Marina statunitense si riferisce ad alluvioni ed a siccità artificiali per distruggere l’economia di uno stato nemico.

“La modificazione meteorologica fu usata con successo nel Vietnam per impedire i movimenti di truppe ed i rifornimenti dal Vietnam settentrionale al Vietnam meridionale, ma da quel tempo la ricerca militare sulla modificazione meteorologica si è concentrata sugli Stati Uniti”. Ciò è scritto in un documento ufficiale della Divisione sulle armi marine ed aeree, declassificato lo scorso mese grazie al Freedom information act.

Il testo concerne tecniche per influire sul tempo, col fine di “conferire all’esercito degli Stati Uniti una capacità di modificare il tempo”, per ostacolare i movimenti di soldati per mezzo di nubifragi, tempeste di neve etc. e per danneggiare il sistema produttivo di un paese nemico con piogge torrenziali o con la siccità.

Il documento è privo di data, ma è chiaro che si può collocare nel periodo della Guerra fredda. Tra il 1948 ed il 1949 furono elaborate tecnologie e creati strumenti che furono usati con successo per indebolire gli uragani, per il controllo della nebbia e per attenuare la siccità. Le applicazioni militari di queste tecnologie furono esibite nel 1966, nell’ambito del Progetto Popeye, col quale furono intensificate le precipitazioni piovose per ostacolare i movimenti di truppe lungo il sentiero di Ho Chi Minh.

Nel 1980, gli Stati Uniti ratificarono un trattato volto a bandire la manipolazione meteorologica a fini militari. Tuttavia, qualcuno nell’esercito ha continuato a cullare l’idea del controllo climatico. Un documento del 1996 dell’Aeronautica militare recita: “La nostra visione è che dal 2025 i militari potrebbero influire sul tempo sia su mesoscala sia su microscala”.

 

Il ricercatore indipendente Cristoforo Barbato, in un articolo del 1996, pubblicato su Notiziario U.F.O. del luglio-agosto 1996 ed intitolato Le guerre stellari della N.A.S.A. [1], si sofferma sull'apparato strategico di "difesa" creato dagli Stati Uniti.

Nel dossier Barbato scrive: "Tra le armi studiate e sperimentate per lo Scudo stellare (S.D.I.) figurano quelle ad alta energia cinetica. A questa categoria appartiene il sistema dei Brilliant pebbles, ovvero "ciottoli splendenti". Si tratta di vere e proprie masse solide, dell'ordine di chili, che vengono espulse ad elevata velocità da armi elettromagnetiche poste su piccoli satelliti che potrebbero stazionare a quote orbitali basse. [...] Il sistema dei brilliant pebbles è stato studiato presso il Lawrence National Laboratory, in California, e realizzato in collaborazione con alcuni ricercatori del laboratorio di Los Alamos, nel Nuovo Messico. E' noto che questi dispositivi si basano su tecnologie avanzate provenienti dal settore della miniaturizzazione dei componenti ottici ed elettronici. Per quanto riguarda il funzionamento di tale cannone elettromagnetico, esso è costituito da un condensatore formato da due conduttori separati da un isolante dielettrico che accumula energia elettrica sotto forma di cariche. Attraverso un dispositivo particolare, si scatena una corrente che raggiunge il milione di ampere. Per effetto della temperatura raggiunta, questi bolidi si trasformano in plasma, cioè in gas ionizzato e conduttore di elettricità. A questo punto i bolidi vengono espulsi ad elevata velocità verso l'obiettivo. Tali proiettili possono essere lanciati ad una velocità di 9.700 km al secondo. I bersagli sono missili, satelliti o altri veicoli spaziali; grazie alla notevole velocità e potenza d'impatto si ha un effetto distruttivo perforante molto elevato. Malgrado le notevoli peculiarità sinora citate, esiste un inconveniente dovuto al particolare sistema di puntamento. Esso si basa sul calcolo e sull'individuazione del punto in cui il bersaglio deve effettivamente trovarsi, ma tale obiettivo viene centrato, solo se la sua condizione di moto è costante. Infatti, se il bersaglio compie una virata e o un'accelerazione improvvisa, il proiettile lanciato non centra il target. In definitiva, essendo tale sistema contenuto in piccole piattaforme orbitali che possono essere portate facilmente nello spazio tramite la navetta Shutlle, rendendo facile il dispiegamento in orbita, esso risulta essere senz'altro la più idonea e temibile arma del programma S.D.I."

L'estratto della ricerca, cui collaborarono Adriano Forgione, Alberto Mancinelli ed Umberto Telarico, evidenzia come la militarizzazione dello spazio, inaugurata da Ronald Reagan e che prosegue ancora oggi, non è concepita tanto contro stati terrestri tutti controllati, di là dalle apparenti contrapposizioni, dalla sinarchia, quanto contro civiltà dello spazio i cui velivoli sono colpiti e talora distrutti. Già in un documento, datato 11 settembre 1952, inviato dall'allora presidente Truman al direttore della C.I.A. si precisa che a tutte principali le basi dell'Aeronautica statunitense è stato ordinato di intercettare e distruggere gli oggetti volanti non identificati.

Il testo di Barbato anticipa di circa una dozzina d'anni le conclusioni cui è giunta la giornalista Carolin Williams Palit che ha investigato il tema delle armi al plasma. Sono strumenti bellici concepiti e costruiti, in primis, contro coloro che sono considerati degli intrusi, anzi dei "guastafeste": sono presumibilmente esseri pacifici che potrebbero, se decidessero di palesarsi e di agire, mostrare quanto siano bellicosi, infami e spregiudicati i governi della Terra. Sono civiltà odiate e temute, perché rappresentano una minaccia per l'esecutivo occulto il cui scopo è il dominio assoluto del pianeta con l'instaurazione del Nuovo ordine mondiale. Naturalmente l'ostilità dei militari è diretta solo contro le star nations, evolute ed innocue: le loro astronavi sono inseguite dai caccia, talvolta colpite e disintegrate. Non si spiega diversamente questa corsa per il controllo dello spazio, per la conquista della Luna e di Marte, con missioni che di scientifico hanno solo il nome. Sono, infatti, programmi militari che, tra l'altro, implicano investimenti giganteschi, con l'impiego di risorse che potrebbero essere usate per debellare i mali che affliggono l'umanità. Sono programmi bellici volti a eliminare nazioni neutrali o benevole, affinché nessuno osi ostacolare il diabolico progetto di dominio globale.

Possiamo dunque soltanto sottoscrivere la conclusione dell'ottimo Barbato: "Assistiamo ad un cover up combinato ad un'ingiustificata propensione all'ostilità verso gli oggetti volanti ed i loro occupanti che rappresentano, a nostro avviso, una minaccia ai soli privilegi di chi controlla il Nuovo ordine mondiale."

Sono altri i nemici: in primo luogo il nemico vero è costituito dai vertici politici, militari, economici e "culturali" della Terra. Gli eventuali altri avversari nulla potrebbero, senza il servile, interessato, laido sostegno dei governi Quisling.

[1] Ricordiamo che l'ente spaziale è sotto il controllo del Pentagono.

 

Non a nome della Santa Sede, né a nome della Cei. Il settimanale Famiglia Cristiana parla per sé: la sua linea non è quella dei vertici cattolici italiani.
Così il Vaticano misura la distanza dal settimanale dei Paolini e dai suoi numerosi scontri con il governo di Silvio Berlusconi. A scaricare il periodico cattolico è il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha precisato stamani che il settimanale dei Paolini “non ha titolo per esprimere né la linea della Santa Sede né quella della Conferenza episcopale italiana“.
Certo, precisa padre Lonbardi: si sta parlando di una “testata importante della realtà cattolica”, ma “le sue posizioni sono esclusivamente responsabilità della sua direzione”.
L’ultimo duro intervento di Famiglia Cristiana contro le scelte dell’esecutivo è di ieri, quando è stato anticipato l’editoriale di Beppe Del Colle in cui si augura che “non sia vero il sospetto” che in Italia sta rinascendo il fascismo “sotto altre forme”. Un corsivo che ha scatenato la polemica.

D’accordo con il Vaticano si dice il senatore a vita, Francesco Cossiga, che ha giudicato “chiara ed esemplare” la dichiarazione resa da padre Lombardi. La prende invece come un invito alla riflessione e all’esame di coscienza Pierluigi Castagnetti (area teodem del Pd), presidente della Giunta per le autorizzazioni della Camera: “Diciamoci la verità, cari amici cattolici del centrodestra e del centrosinistra, il bersaglio nemmeno tanto implicito di Famiglia Cristiana siamo noi. È inutile polemizzare su una parola, una immagine o una citazione degli editorialisti della rivista che, da tempo per la verità, ha deciso di essere coscienza critica del potere. Forse perché più pochi ancora lo sono”. Lo afferma . “Può darsi” prosegue Castagnetti “che la colpa, come dice Tremonti, sia del dilagante pensiero unico ’mercatista’, oppure della paura di parte del ceto politico di pronunciare parole e giudizi anticonformisti, sta di fatto che la cultura cristiana in questo paese sta rivelandosi sempre più come la cultura dell’alterità e della difesa dell’uomo. Altro che cattocomunismo”.
Ma non tutti tra i democratici la pensano così: “L’attacco concentrico a Famiglia Cristiana di alcuni esponenti della destra non risolve i problemi che sta attraversando il governo. Non passa attraverso l’accusa di comunisti a tutti quelli che contestano l’azione del governo la soluzione alle difficoltà crescenti denunciate dalle famiglie italiane. Semmai, Gasparri, Bondi e Giovanardi prendano atto che anche nel mondo cattolico c’è un forte pluralismo politico. E chi non la pensa come la destra non è necessariamente un cripto o un proto comunista”, affermae il parlamentare del Pd Giorgio Merlo.

Più che sui contenuti, invece, la critica del ministro dei Beni Culturali è sul tono “che non si addice al settimanale cattolico” e quanto alla sostanza sostiene che i paolini hanno preso “lucciole per lanterne”. Sandro Bondi in un’intervista a Repubblica attacca il settimanale cattolico che “continua ad esprimere opinioni su questioni politiche e sociali che riflettono una cultura che sbrigativamente viene definita catto-comunista. Non capisco perché il suo direttore neghi scandalizzato questa accusa”. “Il filo conduttore - rilancia Bondi - è sempre quello: la simpatia per i cattolici adulti (primo fra tutti Prodi, ndr) e l’antipatia viscerale per Berlusconi”. Famiglia Cristiana, inoltre, si esprime con un linguaggio da “intellettuali che hanno perso il rapporto con il loro popolo, credenti e parrocchie, ma anche lontani dalle esigenze concrete dei cittadini”.

Editoriale dopo editoriale, in realtà, è da mesi che il periodico diretto da Don Antonio Sciortino non lesina attacchi e tirate d’orecchio nei confronti della maggioranza. Prima contro la norma sulle impronte ai bambini rom (”una trovata indecente”, quella del ministro Maroni), poi la “finta emergenza sicurezza” e la querelle “sui cassonetti” contro il sindaco di Roma Alemanno. Senza dimenticare la dichiarazione durissima contro Berlusconi che, secondo il settimanale dei Paolini, sarebbe ossessionato dai giudici.

 

La serata di Annalisa (il nome è di fantasia) poteva finire nel peggiore dei modi. La sua brutta avventura, cominciata dopo il giro dei locali di corso Como, sarebbe diventata tragedia se non fosse stato per l’intervento di Adrian, un ragazzo romeno di 18 anni che l’ha salvata dall’aggressione di un marocchino 37enne. Forse lei contava sull’aiuto del ragazzo biondo, un italiano, con cui stava passeggiando in via Viganò, poco lontano. Ma l’accompagnatore di Annalisa è scappato appena il marocchino le ha messo le mani addosso.

Sono le 3 della scorsa notte. Annalisa, ragazza italiana di 30 anni che vive nell’hinterland, conosce in un locale un giovane italiano e accetta di andare con lui a fare una passeggiata. I due si allontanano di pochi metri dalla zona dei pub e delle discoteche, ma subito si avvicina uno scooter con abordo due uomini. Uno scende e strappa la borsetta della donna, passandola al complice che fugge. Lo scippatore rimane e aggredisce Annalisa, palpandola ovunque. È in questo momento che l’accompagnatore della ragazza si dilegua.

La 30enne è nelle mani del suo aggressore. Viene trascinata in un giardinetto, buttata a terra. Urla e cerca di divincolarsi, ma non riesce ad avere la meglio sul marocchino che le sta sopra, le alza la gonna e cerca di stuprarla. Adrian, che è senza fissa dimora e ha precedenti per droga e lesioni, si accorge della colluttazione. Affronta il marocchino e gli grida di lasciar andare la ragazza. L’aggressore, completamente ubriaco, la solleva da terra cercando di trascinarla via. Il giovane romeno non ha il cellulare e chiede di chiamare la polizia a un italiano che nel frattempo si è affacciato alla finestra.

Adrian tiene d’occhio il marocchino e Annalisa fino all’arrivo della volante Garbibaldi-Venezia. Gli agenti del turno di notte ammanettano Rachid C., clandestino con precedenti per furto e già colpito in passato da un decreto di espulsione, e lo portano in questura mentre lui urla che non ha fatto nulla e prende a pugni l’auto della polizia. Annalisa viene accompagnata alla clinica Mangiagalli, dove i medici le curano le ferite alla schiena e a un ginocchio e la assitono per il forte choc. Per un po’ dovrà fare i conti col ricordo di una notte terribile. E con la certezza di aver scampato il peggio.

 

Il signoraggio è il guadagno ricavato dal conio delle monete o dalla stampa delle banconote. Questo si è sviluppato quando i signori feudali coniavano le monete con i metalli preziosi che venivano loro consegnati, ma trattenevano una parte del metallo per poter guadagnare sull’emissione di moneta. Il signoraggio inizialmente era dunque l’imposta sulla coniazione.

Pertanto il valore della moneta non coincide con il valore della materia di cui è fatta la moneta stessa, neanche tenendo conto del costo di produzione. Con la rivoluzione industriale nasce la necessità di spostare spesso grandi quantità di denaro e per questo è introdotto l’uso di una nuova forma di denaro la cui quantità può essere regolata a piacimento e non più in dipendenza dalla disponibilità di metalli preziosi. Nascono così le banconote.

Importante è far notare che per un lungo periodo di tempo, nonostante l’introduzione delle banconote e di monete coniate con metalli non preziosi, molti Stati hanno emesso moneta solo se nelle proprie casse disponevano del valore corrispettivo in oro (o in altri metalli preziosi). La prima guerra mondiale, la grande depressione, la seconda guerra mondiale, e infine le scelte di Nixon hanno portato alla scomparsa di questa consuetudine.

Attualmente in Europa, il signoraggio è incassato, per il conio delle monete, dai paesi membri, mentre per l’emissione delle banconote, dalla Banca Centrale Europea (BCE). Infatti le monete sono diverse per ogni paese, mentre le banconote sono le stesse in tutta Europa.

Il signoraggio sulle monete è incassato solo sui tagli maggiori, da 50 centesimi, 1 e 2 euro, perché per i tagli più piccoli i costi di produzione sono maggiori del valore stesso della moneta. Anche se sembra strano, per quanto riguarda le banconote, il signoraggio supera spesso il valore stesso dei tagli. Cerchiamo di capire perché. Ho detto prima che le banconote vengono stampate dalla Banca Centrale. I vari Stati europei le prendono in prestito attraverso l’emissione di un’obbligazione pari al valore delle banconote richieste (non di quello di produzione!). Essendo un prestito lo stato deve pagare anche un interesse alla Banca Centrale, il legittimo proprietario; in questo modo il signoraggio è accresciuto da questo interesse sicuramente maggiore del costo di produzione della banconota che è di pochi centesimi.

Faccio notare che la Banca Centrale Europea è di proprietà delle banche nazionali che a loro volta sono di proprietà delle varie banche dei paesi membri e solo in piccolissima parte degli Stati stessi. Questo vuol dire che la Banca Centrale Europea è una banca privata, non pubblica, e che gli enormi redditi di signoraggio finiscono quindi, quasi completamente, alle banche private.

In Italia vi sono state alcune azioni giudiziali contro la Banca d’Italia volte a rivendicare la proprietà collettiva dell’euro e il relativo signoraggio, ma la Corte Suprema di Cassazione ha stabilito che “al giudice non compete sindacare il modo in cui lo Stato esplica le proprie funzioni sovrane, tra le quali sono indiscutibilmente comprese quelle di politica monetaria, di adesione a trattati internazionali e di partecipazione ad organismi sopranazionali”. In pratica è lo Stato che ha il compito di decidere come devono essere prodotte le banconote e chi deve avere il signoraggio su quest’ultime.


 

L'Italia blocca ThePirateBay: la guerra del file sharing ha inizio?


Ora sembra essere ufficiale: ThePirateBay è stata “censurato” in Italia a seguito di un’ordinanza giudiziaria. Dopo le ansie di ieri pomeriggio, ora sembra essere sicuro che, dietro all’impossibilità di connettersi al popolare motore di ricerca torrent ci sia la giustizia italiana.


In questo momento sia il DNS che l’indirizzo IP del sito sono inaccessibili, in quanto bloccati dagli ISP di tutto il paese, tuttavia se la situazione dovesse continuare, la baia ha già annunciato alcune contromisure.


Lo stesso staff di ThePirateBay ha allestito una versione tutta dedicata agli italiani, LaBaia, dal cui blog è possibile leggere un articolo contro l’Italia e il suo sistema di censura definito “fascista”: i curatori del sito, infatti, si scagliano contro la nostra nazione e il nostro premier Berlusconi (forse accusato anche relativamente alla questione Mediaset-YouTube)
er il momento il sito è accessibile in due modi: attraverso gli OpenDNS, che permettono di bypassare quelli degli ISP italiani, oppure utilizzando LaBaia. org.


Ecco quindi, che l’Italia scende in campo contro la lotta al peer-to-peer, inizialmente riuscendo a chiudere il più importante tracker italiano, Colombo-bt, ed ora annunciando guerra al più grande tracker mondiale, appunto ThePirateBay.


In diversi siti, in tutto il mondo, da TorrentFreak a Mashable, si fa riferimento a questa notizia, dove si parla di fascismo, e alla decisione di Berlusconi di scontrarsi contro la violazione del copyright nella rete. Intanto la notizia è sfuggita ai principali giornali e telegiornali italiani, pur trattandosi di un evento importante per quanto riguarda il mondo di Internet e la libertà nell’uso della rete.

 

È andato bene, senza nessun problema, il primo test del più grande acceleratore di particelle del mondo, il dispositivo Lhc (Large hadron collider) del Cern di Ginevra; il test era propedeutico alla fase operativa vera e propria, che scatterà il prossimo 10 settembre.

Lo scorso 8 agosto, secondo quanto riportato dalla famosa rivista Nature, i ricercatori del Cern avrebbero “sparato” un piccolo fascio di alcuni miliardi di protoni in una sezione dell’acceleratore, ma nella fase operativa i protoni saranno molti di più, circa 300 miliardi per ognuno dei sensi di marcia: spinti a una velocità prossima a quella della luce, entreranno in collisione generando nuovi tipi di particelle e nuove forze.

Obiettivo principale è studiare le proprietà fondamentali della materia e i principi di base su cui poggia l’universo; soddisfatti gli scienziati del Cern, che proseguiranno i test sino a settembre.

Proprio attorno all’esperimento del 10 settembre - che in un certo senso mira a ricreare le condizioni del “big bang”, la reazione che avrebbe dato origine all’Universo - negli ultimi mesi s’è aperto un acceso dibattito nella comunità scientifica: secondo alcuni, il lavoro del Cern creerà alcuni buchi neri che nel giro di 50 mesi assorbiranno e distruggeranno il nostro pianeta.

 

Inizierà alle 20,23 ad essere coperta dal cono d'ombra la Luna. Alle 23,30 l'80% della Luna sarà oscurata. Il fenomeno dell'eclissi terminerà all'1,57.
Parziale eclissi di luna Ancora poche ore, e il disco bianco e luminoso della luna piena si oscurerà. E' prevista infatti per questa sera l'eclisse parziale di Luna, nella quale il disco lunare sarà coperto per l'80%. Grandissima l'attesa da parte di astrofili e appassionati del cielo, che hanno organizzato serate di osservazione in tutta Italia, ma chiunque sarà in grado di godersi lo spettacolo, naturalmente dove il cielo sarà libero dalle nuvole. L'eclisse parziale di Luna sarà perfettamente visibile ovunque in Italia e l'evento durerà complessivamente poco più di cinque ore. Alle 20,23 la Luna comincerà ad entrare nel cono d'ombra della Terra e in poco più di un'ora (alle 21,35) raggiungerà l'ombra. Il massimo dell'eclisse, con la Luna oscurata per l'80%, è previsto alle 23,10. A partire dalle 00,44 la Luna uscirà dall'ombra e alle 01,57 l'evento si concluderà con l'uscita dalla penombra. Difficile prevedere come si colorerà la Luna. Di solito durante le eclissi diventa rossa a causa della deviazione della luce solare da parte dell'atmosfera terrestre, ma colore e luminosità tendono a variare a seconda delle caratteristiche dell'atmosfera, andando dal grigio o bruno al rosso scuro, fino all'arancio. Poichè la Luna passerà a Nord rispetto al centro dell'ombra terrestre, sarà la metà meridionale del satellite ad apparire più scura, mentre il lembo superiore che resterà fuori dall'ombra apparirà bianco. Un'altra eclisse parziale di Luna è prevista per il 31 dicembre 2009, mentre per la prossima eclisse totale di Luna si dovrà aspettare fino al 15 giugno .

 

L’Ossezia del Sud è una piccola regione facente parte della repubblica della Georgia, nel Caucaso, confinante a nord, con l’ossezia del Nord regione sotto l’egida di Mosca. Dichiaratasi subito indipendente da Tbilisi, dopo la caduta dell'Unione Sovietica rappresenta insieme Abkhazia, altra regione georgiana dichiaratasi autonoma, una spina nel fianco della Georgia e nella volontà del suo presidente Mikhail Saakashivili di portare il paese nella Nato. Aggiungendo Tbilisi al suo puzzle geopolitico, l'Alleanza Atlantica compirebbe un importante passo in avanti nella sua espansione verso est, cosa che non farebbe certamente piacere a Mosca la quale si vedrebbe accerchiata, specie se insieme alla Georgia dovesse entrare nella Nato anche l'Ucraina, per ciò gli scontri iniziati nei primi anni '90 tra le due regioni separatiste e il centro, sono pronti a riesplodere in ogni momento, come un vulcano acquiescente. Da anni il governo statunitense ha spostato le sue mire sulla Georgia.
Il Paese caucasico è divenuto quasi un protettorato made in USA, infatti esperti nella gestione di strutture pubbliche e militari stazionano stabilmente a Tbilisi e le casse del paese caucasico sono rimpinguate da fondi messi a disposizione dal Governo a stelle e strisce. La Federazione Russa, dal canto suo, mantiene da anni sue truppe in Ossezia e in Abkhazia,. Ed ha in pratica russificato la popolazione dei due territori ribelli, concedendo a molti cittadini osseti e abkhazi il passaporto russo e il diritto di voto, come accaduto per le ultime elezioni presidenziali che hanno portato all’elezione di Medvedev al Cremlino. Insomma, sembra la solita storia del territorio irredento, conteso da due stati, il più classico tra i casi bellorum.

 

Il comunicato del Comitato di Pace Georgiano dato alla stampa l' 11.08.2008 e' il seguente:

"Per l'ennesima volta la Georgia e' entrata in una situazione di caos e di spargimento di sangue . Una guerra fratricida con rinnovato impeto si e' svolta in terra georgiana.
Con grande delusione verifichiamo che i tempestivi preavvertimenti , nostri e di varie personalita' progressiste nel paese, riguardante il pericoloso carattere di militarizzazione del paese e il pericolo di una politica filofascista e nazionalista, non hanno avuto nessun risultato.
Le autorità della Georgia avvertendo il sostegno di alcuni paesi occidentali e di organizzazioni periferiche e internazionali, hanno organizzato ancora una guerra sanguinaria.
La vergogna provocata dagli odierni conduttori del potere sul popolo georgiano avrà bisogno di decenni per essere cancellata.
L'esercito georgiano armato e istruito da istruttori americani , usando armi americane ,ha provocato nella città di Tskhinvali una barbara catastrofe.
I bombardamenti hanno ucciso cittadini dell' Ossezia, nostri fratelli e nostre sorelle, donne ed anziani. Più di 2000 abitanti della città e dei villaggi limitrofi sono morti. Inoltre sono stati uccisi centinaia di persone di cittadinanza georgiana nella zona di conflitto e in tutto il territorio della Georgia.
Il Comitato di Pace Georgiano esprime profonde condoglianze ai parenti e agli amici dei scomparsi.
Tutta la responsabilità per questa guerra fratricida, per i migliaia di morti, ragazzi, donne ed anziani, per gli abitanti dell' Ossezia del Sud e della Georgia ricade esclusivamente sull' attuale Presidente , sul Parlamento e sul governo della Georgia.
L'irresponsabilità e l'avventurismo del regime di Saakashvili non hanno limite.
Il Presidente della Georgia e il suo gruppo, indubbiamente, sono criminali e come tali, devono essere considerati responsabili.
Il Comitato di Pace Georgiano insieme con tutti i partiti progressisti e i movimenti sociali del paese continuerà a lottare finche' gli organizzatori di codesto mostruoso genocidio verranno puniti severamente dalla legge.
Il nostro Comitato dichiara e richiede alla più ampia opinione pubblica di non identificare l'attuale dirigenza georgiana con il popolo e la nazione georgiana.
Rivolge un appello a tutti per sostenere il popolo georgiano nella lotta contro il regime criminale di Saakashvili.
Indirizziamo un appello di unita' a tutte le forze politiche della Georgia, ai movimenti sociali, al popolo del paese per liberare la Georgia dal regime antipopolare del russofobo e filofascista Saakashvili. "

Tbilisi, 11-08-2008

Fonte: Rizospastis, quotidiano del KKE-Partito Comunista di Grecia

 

Scudo antimissile, Usa e Polonia
firmano l'intesa. Mosca irritata

Sarà dispiegata una batteria di missili. Mosca annulla un viaggio a Varsavia previsto a settembre

VARSAVIA - Gli Stati Uniti e la Polonia hanno raggiunto un accordo preliminare per l'installazione dello scudo antimissile in Polonia. Lo ha annunciato il premier polacco Donald Tusk. Nella geografia delle alleanze politiche nell'Europa dell'Est, in questi giorni teatro della guerra tra Russia e Georgia, gli Stati Uniti aggiungono un altro alleato, dopo l'accordo siglato a luglio con la Repubblica Ceca, che ospiterà un sistema radar. L'iniziativa, com'è prevedibile, ha subito suscitato la riprovazione di Mosca, irritata per le interferenze americane in territori fino al 1989 controllati dall'Unione sovietica, acuendo di fatto la tensione, già alta, tra il Cremlino e Washington.

DUE FASI - In Polonia sarà installata una batteria di missili «interceptor». All'inizio il comando sarà americano, ma la batteria sarà disponibile anche per forze armate polacche, ha detto Tusck. In un secondo momento l'equipaggiamento missilistico sarà dell'esercito polacco. Il presidente americano, George W. Bush, si è detto «molto soddisfatto» per l'accordo con Varsavia. Giovedì mattina il ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorski, aveva chiesto un rafforzamento dell'articolo 5 del Trattato di alleanza della Nato, che obbliga i membri ad assistersi nella difesa qualora uno di essi sia aggredito.

MOSCA ANNULLA UN VIAGGIO A VARSAVIA - A poche ore dall'accordo tra Washington e Varsavia, il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov, ha annullato un viaggio nella capitale polacca, previsto per il 10 e 11 settembre. La visita era stata concordata prima della crisi georgiana. Il ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorski, ha però precisato che l'omologo russo aveva annullato il suo viaggio «prima della nostra decisione di firmare l'intesa sullo scudo».

 

L'Obiettivo

By Redazione

Salve, il Giornale Web " L'Obiettivo ", si prefigge , con molta umilta', ma anche con molta determinazione, di fornire agli utenti, notizie non trattate dai media nazionali, o passate in secondo piano, ponendo l'accento, sulle problematiche che affliggono i nostri tempi moderni, e cercando di fornire con articoli di propria fattura, o dedotti da altre e piu' illustri fonti, uno spaccato quantomai alternativo, e critico della nostra societa'. " L'Obiettivo " , vuole , insomma, essere un giornale si goliardico e fresco, ma serio ed obbiettivo su argomenti taciuti dai mainstreams , e un approdo per chi abbia sete di conoscere e scoprire il mondo, e per chiunque abbia cara la LIBERTA' in tutte le sue forme. BENVENUTI La Redazione de " L'Obiettivo "