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Un mese prima del delitto di Cogne, Gabriella Carlizzi – l’investigatrice che più di ogni altra si occupa di omicidi rituali - aveva avvertito alcuni inquirenti che un'organizzazione di stampo satanista avrebbe colpito e ucciso un bambino di tre anni dal nome biblico, in una località che richiama il Paradiso. Questo perchè l'investigatrice, da anni ha decriptato i codici con cui gli affiliati a sette di questo genere si scambiano i messaggi addirittura sui giornali e sulle TV. Quindi aveva previsto con esattezza il fatto.

Poi abbiamo un’altra coincidenza curiosa, rilevata da un criminologo, Carmelo Lavorino. Costui è uno dei criminologi più famosi in Italia, e si è occupato di molti casi importanti, dal mostro di Firenze al giallo di Arce. Egli, analizzando la scena del delitto, è giunto alla conclusione che non poteva essere stata la madre a uccidere il piccolo Samuele, ma il delitto è stato compiuto da qualcuno di esterno.

Inoltre la vicenda dei coniugi di Cogne (dal loro trasferimento in una località di montagna, all’uccisione del bambino) è stranamente identica a quella narrata nel racconto di un autore francese, Charles Ramuz, morto nel 1947: due coniugi si trasferiscono in una località di montagna con i due figli di sette e tre anni; il piccolo, che si chiama Celeste, muore in modo analogo a Samuele, nel momento in cui la mamma si allontana per un po’ da casa..
Curiosa coincidenza, vero?

Coincidenze che avrebbero meritato ben altri approfondimenti e – a tacer d’altro – avrebbero dovuto perlomeno portare ad un’assoluzione della Franzoni per non essere raggiunta la piena prova della sua colpevolezza.
Ma coincidenze sulle quali nessuno ha voluto lavorare, né lavorerà.